Sport
Sport e salute
La società moderna impone alla maggioranza delle persone una vita spiccatamente sedentaria.
Dedicarsi nelle ore libere alla pratica di uno sport rappresenta spesso l’unica occasione, e certamente la migliore, per compiere un’attività fisica significativa. L’estensione di questo concetto ci porta ad identificare negli atleti professionisti – a parte poche eccezioni relative a talune attività lavorative – gli unici soggetti ai quali possono essere attributi quegli elevati dispendi energetici (fino a 5-6000 Kcal/giomo) perche nei testi classici di nutrizione venivano un tempo previsti per certi lavori (il taglialegna ad esempio) che oggi, grazie alla meccanizzazione di gran parte delle attività lavorative, comportano invece un costo calorico molto più contenuto.
E’ peraltro opportuno concentrare l’attenzione più che sull’atleta professionista o para-professionista (la cui salute è controllata dai medici societari e comunque dai Centri di medicina dello sport), su quella grande massa di praticanti che si dedicano ad un’attività sportiva con una certa sistematicità ma a livelli di impegno di tipo prettamente dilettantistico e ricreativo.
Sono proprio costoro, infatti, che, oltre a rappresentare la stragrande maggioranza di coloro che fanno sport, hanno il maggior bisogno di essere indirizzati e guidati nelle proprie scelte alimentari. Quanto detto vale sia riguardo al livello calorico della razione (tipica, ad esempio, la tendenza a sopravvalutare il costo energetico della propria attività fisica) (egualmente tipica, in omaggio ad una certa sottocultura nutrizionale dilagante, la tendenza a squilibrare la razione con surplus proteici e vitaminici eccessivi quanto, nella massima parte dei casi, inutili).